Testo riportato dal sito “Borghi più belli d’Italia”
https://borghipiubelliditalia.it/borgo/tremosine-sul-garda/#1480496820077-2b27c1ff-e93b
Chi dal lago guarda le case di Pieve allineate sull’orlo dell’altopiano, circa 400 metri più in alto del filo d’acqua, si chiede come possa una strada giungere fin là. Per secoli un ripido sentiero ha unito il porto al capoluogo, per secoli gli uomini hanno trasportato a spalla legna, carbone, olio, grano.
Il sentiero è ancora «tutto a sbalzi e gradini e punte di roccia affioranti», come lo descrisse Karl von Heigel nel 1899. Una volta arrivati giù, c’era da solcare l’ampia distesa del lago, verso Desenzano e Bardolino, prima affidandosi a barche e barconi, poi ai battelli che nel secondo decennio dell’Ottocento comparvero anche sul Garda. Solo nel 1913, su progetto di Arturo Cozzaglio, fu costruita una strada di collegamento con il porto sul lago. È una strada incastonata nelle viscere della montagna, lungo la forra scavata dal torrente Brasa, che bisogna percorrere a piedi per meglio ammirare le pieghe della roccia che, come spire di un serpente, avvolgono l’antro infernale, mentre il torrente stretto tra le fauci brontola la sua rabbia.
Arrivati a Pieve, il panorama si apre. Posta sullo strapiombo roccioso, Pieve è il capoluogo di altre diciassette piccole frazioni sparse sullo splendido altopiano, che costituiscono il comune di Tremosine, uno dei più vasti della provincia di Brescia. Nel borgo è piacevole percorrere le stradine della parte alta e più antica, con la parrocchiale settecentesca dal bel campanile, che è ciò che resta della pieve romanica demolita intorno al 1570. La chiesa conserva opere lignee del Luchini e una pala di Francesco Barbieri (1687). Da vedere la “macchina del triduo”, una ricca scenografia settecentesca in legno dipinto che porta 365 candele e per tre giorni l’anno, all’inizio della Quaresima, è montata sull’altare maggiore.
Proseguendo, dal sagrato della chiesa in pochi passi si arriva in piazza Cozzaglio, da dove si ammira un meraviglioso panorama sul lago e sul Monte Baldo. L’edificio con fontana è l’antica sede comunale, mentre la casa al n° 7 di via Scala Tonda ha visto nascere Arturo Cozzaglio. Si noti, infine, sul muro dell’archivio comunale, il leone di San Marco, ricordo della dominazione veneta.
Inserito nel Parco Alto Garda bresciano, l’ambiente naturale si presenta molto vario: i piccoli nuclei abitati sono incastonati tra vallette, su poggi, collinette, pianori ricoperti di olivi, prati, pini. Numerose le mulattiere che, snodandosi dolcemente lungo i fianchi delle montagne, portano in quota, nei luoghi che, fino al 1918, segnarono il confine con l’Impero Austro-Ungarico. Stupendi sono i sentieri che da San Michele e Bondo conducono a Tremalzo, verso la valle di Ledro. La gente dell’altopiano ha vissuto di agricoltura e allevamento fino agli anni Settanta del secolo scorso, quando c’è stato il boom del turismo, specie nelle frazioni di Bassanega e Voltino.
Ma restano ancora luoghi da scoprire, come la chiesetta di Pregasio, iniziata nel 1564, l’eremo di San Michele nella omonima valle, i vicoli con i portici voltati di Arias e Voltino, e l’unica frazione a lago, Campione, con l’ex villaggio operaio, il palazzo Archetti e la chiesa di Sant’Ercolano.